DA UNA PARTE ACCOGLIE L’OCEANO, DALL’ALTRA I FEDELI O CHI SEMPLICEMENTE È IN CERCA DI UN LUOGO SILENZIOSO PER PENSARE E MEDITARE. LA SEASHORE CHAPEL NASCE SU PROGETTO DEI VECTOR ARCHITECTS, A BEIDAIHE NEW DISTRICT, IN CINA, NON LONTANO DA PECHINO

Qualcosa nell’atmosfera sacrale, nell’attento studio della luce, nella raffinata scelta della texture grezza dei muri o nelle linee curve che disegnano la sala per la meditazione e la sezione interna del tetto crea un richiamo, una connessione visiva con alcuni dettagli della celebre Cappella progettata da Le Corbusier, a Ronchamp.

Quest’ultima però sorge in un contesto completamente differente, su una collina che presuppone un’ascesa, da dove si domina completamente l’orizzonte. I Vector Architects collocano invece la loro cappella su una spiaggia, in una località balneare nella provincia di Hebei, Pechino.

Il progetto, dalle linee geometriche e svettante per via del tetto molto spiovente, subisce molto l’influenza del mare, della sua vicinanza e delle sue maree. We imagine the Seashore Chapel as an old boat drifting on the ocean long time ago. The ocean receded through time and left an empty structure behind, which is still lying on the beach” queste le parole degli architetti che descrivono l’ispirazione che ha dato avvio al progetto.

Lo spazio della cappella risulta diviso verticalmente, al piano terra la struttura è rialzata e sostenuta da colonne bianche per offrire un luogo coperto per le persone che passeggiano sulla spiaggia, un passaggio intermedio dall’ambiente mondano a quello religioso. Quando la marea si alza tutto è coperto dall’acqua trasformando l’architettura in barca.

Ai piani superiori l’atmosfera diventa più religiosa e il percorso bianco di 30 metri, che precede la scalinata di ingresso, vuole preparare i visitatori all’atmosfera mistica interna. La scalinata è spaccata da una fessura di 60 cm tramite la quale si vede l’orizzonte e l’oceano. Dall’aguzza cima del tetto pende una piccola campana sul lato ovest, mentre a est svetta una croce minimalista, quasi a voler creare un gioco di equilibrio tra le due facciate.

L’ambiente interno si contraddistingue per il legno delle panche e dei pavimenti e il bianco delle pareti la cui texture grezza è messa in evidenza dalla luce zenitale, trasformandosi in una vera e propria pelle.

Gli architetti non hanno previsto molte aperture, ma hanno studiato un sistema di ventilazione naturale. L’unica grande finestra orizzontale, con vista sull’oceano è sulla facciata est, poi ci sono sottili fessure sulle pareti e un’intercapedine di 30 cm tra le due faglie del tetto, una delle quali si piega internamente come il manico di un ombrello, consentendo alla luce di penetrare come una lama. A mezzogiorno, dalla primavera all’autunno, quando il sole è a picco, la luce perpendicolare crea effetti molto particolari.

Sul lato nord, lo spazio pensato per la meditazione può accogliere una sola persona alla volta, con una parete sinuosa che avvolge il corpo e che offre una vista verso l’oceano.

La comunità accede dal lato ovest della cappella, non solo per momenti religiosi, ma anche per eventi culturali e pubblici o solo per rallentare il ritmo della giornata, vivendo qualche momento in contatto con la natura e con la propria interiorità.

Foto di Shi Zheng/ Aogvision

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