Abbiamo incontrato lo chef Luigi Taglienti nel suo ristorante ‘Lume’ a Milano. dopo la riconferma della stella Michelin, ci racconta cosa lo ispira

Lo chef Luigi Taglienti nella cucina del suo ristorante Lume, a Milano

Ha iniziato il suo percorso lavorando con il Maestro Ezio Santin, per proseguire la sua esperienza al fianco di grandi Chef come Christian Willer, Christian Sinicropi e Carlo Cracco. Luigi Taglienti, chef di ‘Lume‘ a Milano, oltre alla Stella Michelin, ha ottenuto il premio di Giovane Chef dell’Anno de ‘I Ristoranti d’Italia L’Espresso‘ e “Tre Forchette del Gambero Rosso”. Lo abbiamo incontrato nel suo ristorante.

Chateaubriand di manzetta piemontese servito con pomodoro provenzale, patata castello e salsa bernese

 

Qual è la filosofia dietro al suo lavoro?

Da anni lavoro sul concetto di eredità ed evoluzione, su quello che io chiamo “la mia cucina italiana”, è un modello originale e innovativo composto dai luoghi del mio vissuto. La Liguria innanzitutto, ma anche tutti i luoghi che hanno contraddistinto il mio percorso sia professionale sia personale senza collocazioni spazio-temporali precise. Amo riappropriarmi del nostro patrimonio, di quello che è stato condiviso ma molto spesso dimenticato.

 

Sette Tagli di Pesce

 

Ci può dire qual è il luogo al quale è più legato?

Sicuramente la mia Liguria è la fonte di ispirazione involontaria. Quando mi approccio all’atto di pensare un piatto o nel momento in cui ci sono dei cambiamenti di menù è un’esigenza che viene dall’interno e non dal mercato o da una richiesta. Quindi in funzione di questo io ritorno nei miei luoghi in maniera naturale e spontanea, mi riapproprio dei miei ricordi vissuti e li ridisegno nei miei piatti.

Luigi Taglienti in sala al ristorante Lume, una stella Michelin

Come definirebbe il suo menù?

Molto italiano, un’italianità personale che ha qualcosa di moderno e nuovo. Sviluppo i sapori che fanno parte della nostra cultura in modo del tutto personale.  [Text Cristina Provenzano – Photo Davide Piferi De Simoni]

 

Ravioli Di Faraona

 

Chaud-Froid con il tocco di Luigi Taglienti