‘Work, Body, Leisure’ tre parole guida per le installazioni dell’Olanda in Biennale sui mutamenti dell’umanità nell’era dell’automazione
L’Olanda partecipa alla 16.Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (aperta fino al 25 novembre 2018) con ‘Work, Body, Leisure‘, un progetto commissionato dal Het Nieuwe Instituut di Rotterdam e curata da Marina Otero Verzier, in risposta alle tecnologie emergenti dell’automazione con proposte innovative per una progettazione architettonica creativa e responsabile.
L’esposizione si articola in più installazioni realizzate da un team multidisciplinare di architetti, artisti, designer, musicisti, storici e teorici invitati dalla curatrice a presentare le loro proposte sui temi dello sviluppo urbano, del lavoro automatizzato e del tempo libero. La ‘Locker Room’, stanza completamente arredata da armadietti di colore arancione, dà il benvenuto ai visitatori e li invita a scoprire alcune situazioni della vita quotidiana che sembrano familiari ma che in realtà evidenziano i continui cambiamenti nell’etica e nelle condizioni di lavoro attuali. Il tono arancio dominante, più che il colore nazionale dei Paesi Bassi, evoca il ritmo pressante dei fastfood.
Con l’installazione #BED, Bed-In, ad esempio, Beatriz Colomina reinterpreta il letto e lo utilizza come un nuovo spazio di lavoro dell’epoca dei social media. Marten Kuijpers e Victor Muñoz Sanz esplorano con #OFFICE, Automated Landscapes, l’architettura a Rotterdam nell’era dell’automazione. Con #SIMULATION, Safety Measures, Simone C. Niquille presenta uno studio sull’ergonomia e l’interazione uomo/macchina svelando i parametri usati dai software di progettazione per modellare spazi, oggetti e corpi.
In sintesi: ‘Work, Body, Leisure’ presenta come l’uomo, i suoi oggetti e i suoi spazi vengono plasmati nell’era dell’automazione e come questi cambiamenti possano influenzare e modificare l’approccio progettuale degli ambienti in cui vive e lavora. [Text Arianna Callocchia]