Ernesto Gismondi: Artemide e la rivoluzione della luce

Il 31 dicembre 2020, è mancato a 89 anni Ernesto Gismondi, un uomo di grande ingegno, che ha dato molto al design italiano

Ingegnere aeronautico, nelle sue numerose interviste aveva sempre sottolineato che gli sarebbe piaciuto costruire un missile. Il missile alla fine non l’ha costruito, ma la sua conoscenza gli era servita per creare una delle aziende più rappresentative del made in Italy nel mondo, Artemide.

artemide-lampade.jpg
Ernesto Gismondi con la lampada Discovery, premiata con il Compasso d’Oro

È sempre abbastanza difficile riassumere in poche righe una vita piena e ricca di molteplici esperienze: sulla storia di Artemide ed Ernesto Gismondi si potrebbero scrivere interi volumi. Anche perché Ernesto Gismondi aveva una formazione come ingegnere, e in seguito, nella sua lunghissima carriera, è stato imprenditore, designer, docente. Aveva ricoperto numerose cariche, in varie Associazioni quali per esempio Assolombarda, Federmeccanica, Confindustria e, su designazione del Presidente della repubblica, era membro del CNEL – il Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro. Vicepresidente di ADI – Associazione per il Disegno Industriale, è per il suo fondamentale ruolo nel design italiano che era riconosciuto in tutto il mondo. 

artemide-lampade.jpg
La lampada Callimaco, di Ettore Sottsass per Artemide. Ernesto Gismondi aveva partecipato attivamente al Gruppo Memphis

Le lampade Artemide e il design made in Italy

Ma forse, per capire chi era davvero Ernesto Gismondi, la via più semplice è ripercorrere la storia di Artemide, e dei suoi prodotti, alcuni dei quali sono entrati a pieno titolo nella storia del design. Fondata nel 1960 da Ernesto Gismondi con l’architetto Sergio Mazza, fino all’inizio degli anni Settanta Artemide, oltre alle lampade, produceva anche arredi in plastica.

artemide-lampade.jpg
Alfa, lampada da tavolo progettata da Sergio Mazza nel 1959

Come spiegava lo stesso Gismondi in un’intervista, l’idea degli arredi in plastica derivava da una conoscenza approfondita del materiale, che si usava nell’industria missilistica. Gli arredi Artemide erano in resina con fibra di vetro, “gelcottata”, cioè con uno strato finale in gelcoat, che rendeva la superficie particolarmente lucida e morbida. Ma la plastica di una qualità così elevata era molto costosa, e così, dopo la prima crisi petrolifera, gli arredi furono abbandonati, per concentrarsi nell’illuminazione. (A sinistra, in alto, Selene, a destra, in basso, Gaudì entrambe di Vico Magistretti)

Tra le innumerevoli lampade prodotte da Artemide nel corso degli anni, alcune hanno avuto così tanto successo, da essere in produzione ancora oggi. Le lampade da tavolo Eclisse, di Vico Magistretti, o Nesso, progettata da Giancarlo Mattioli e dal Gruppo Architetti Urbanisti Città Nuova, sono tra queste. Tra le icone Artemide ci sono anche Boalum, di Livio Castiglioni e Gianfranco Frattini, e Aggregato, di Enzo Mari, entrambe lampade di successo con anche se con destinazioni diverse. Infine, anche la lampada Alfa, progettata da Sergio Mazza nel 1959, è tutt’oggi in produzione. (Nelle immagini, da sinistra a destra e dall’alto in basso, Nesso, Eclisse, Boalum e Aggregato)

Il design è innovazione tecnologica

È del 1972 la lampada da tavolo Tizio, un successo planetario, nata da un’idea di Richard Sapper. Tizio usava una lampadina da automobile, una piccolissima alogena da 12 volt e 50 W. La lampadina così piccola aveva quindi permesso di avere una lampada dalla testa molto piccola. L’altra innovazione, è che Tizio usava bacchette di alluminio al posto dei fili, per condurre la luce dalla base alla testa.

Tizio, progettata da Richard Sapper, 1972

Nel 1987, Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina affrontarono una sfida interessante: creare una versione aggiornata della classica lampada a braccio orientabile. De Lucchi e Fassina impiegarono alluminio e acciaio, che alleggerivano la struttura sia visivamente sia nel peso, e il risultato fu la Tolomeo, un successo planetario che dura ancora oggi. Della Tolomeo sono state successivamente sviluppate moltissime versioni diverse.

Tolomeo, Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina, 1987

Artemide e la tecnologia del futuro

La lunga storia di Artemide ha spaziato tra lampade per uso residenziale e sistemi tecnologici, per architettura e spazi pubblici, nella ricerca dell’illuminazione migliore per il benessere quotidiano, “The Human Light”. Oggi la ricerca di Artemide continua, anche grazie alla presenza di Carlotta de Bevilacqua, moglie di Ernesto Gismondi e da molti anni presenza determinante nella conduzione dell’azienda. La sintesi tra ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, ha condotto negli ultimi anni a lampade e sistemi sempre più avanzati, soprattutto con l’uso dei LED. Tra le lampade decorative a LED si possono citare Pipe, di Herzog & De Meuron, Empatia, di Carlotta de Bevilacqua, o Demetra, di Naoto Fukasawa. (Nelle immagini, da sinistra e dall’alto). 

All’inizio di ottobre 2020, in occasione di Milano Design City, Artemide ha presentato Integralis, un sistema integrato in numerosi prodotti, in attesa di brevetto, che consente di sanificare gli ambienti

I prodotti Artemide hanno ricevuto moltissimi premi; nell’immagine, Discovery, progettata da Ernesto Gismondi, premiata con il Compasso d’Oro nel 2018, applicata nel centro commerciale Green Pea, a Torino. Nello stesso anno, il 2018, Ernesto Gismondi è stato premiato con il Compasso d’Oro alla Carriera, a coronamento di una lunghissima carriera.

Luci Discovery, di Ernesto Gismondi per Artemide, lungo la facciata di Green Pea

Articoli correlati